Lo stato delle cose: le directories italiane

Lo stato delle cose: le directories italiane

Una tattica classica di Link building è quella di iscrivere un sito nelle directories. È una tattica che può avere ancora un senso, soprattutto quando ci troviamo a che fare con un sito web nuovo. È una tattica, però, che ormai non possiede più quell’importanza che poteva avere fino a qualche anno fa, ma può essere utile per dotare un sito di un profilo link variato e naturale. Naturale, infatti, è che i siti abbiano una percentuale di links esterni in siti come, appunto, le directories, anche se piccola. Il problema, però, è questo: quali directories? Infatti, se osserviamo i direttori italiani e li confrontiamo con quelli in lingua inglese, possiamo notare come in italiano siano assenti directories di qualità come quella di Yahoo! (la versione italiana fu dismessa un paio d’anni fa in modo definitivo), Business.com o Best of the Web. Oppure come siano in sostanza inesistenti directories tematiche di gran valore. Poi, le università italiane non possiedono un direttorio di risorse utili in Internet, come invece sì lo hanno anche le più prestigiose università britanniche e anglosassoni; non parliamo poi a livello di facoltà o dipartimento. Purtroppo, il panorama italiano delle directories è dominato da una massa di siti di scarsa qualità che altro scopo non hanno se non quello di offrire pagerank a chi iscrive un sito a cambio di un link, per loro necessario per retro alimentare il proprio PR e, quindi, migliorare il proprio ranking, sperare così di avere maggiore volume di traffico e, infine, ottenere maggiori entrate attraverso le loro affiliazioni o la pubblicità Adsense presente nel loro siti. Certo! Adesso molte directories...
Mondo Panda e Link Building

Mondo Panda e Link Building

Premessa Primo avviso: Panda non è ancora attivo in Italia, quindi – cari lettori – siete pregati a non entrare in panico leggendo questo post e pensando che l’anticamente docile animale sia sbarcato nel nostro Paese. Secondo avviso: Questo post su Panda, come ogni altro, dovrebbe essere preso come un motivo in più di riflessione sulla qualità del nostro lavoro come SEO. Panda non è in Italia, ma prima poi lo sarà, quindi approfittate il tempo per sistemare i vostri siti secondo le norme di qualità secondo le quali i nostri colleghi di lingua inglese stanno re-ottimizzando i loro siti e quelli dei loro clienti, e non speculate se la caduta nei rankings che avete subito è stato causato da Panda: la causa è sicuramente un’altra. Per un link building più efficace Non siamo in pochi ad avere notato come le vecchie classiche tattiche di link building non solo non sono più efficaci come una volta, ma molte sono diventate addirittura controproducenti. Se la SEO è una disciplina in continua evoluzione, il Link Building – che della SEO è un componente essenziale – lo è con maggior ragione. È importante far evolvere e adattare le proprie pratiche di Link building ogni giorno prestando attenzione ai continui nuovi segnali che i motori ci presentano. Come sappiamo, i rankings si conformano sulla base di una combinazione di segnali provenienti da diverse fonti. Pertanto, una campagna di Link building di successo significa incorporare più azioni all’interno della sua strategia. Un tempo (comprare) links in footer, utilizzare solo anchor text ottimizzati con la keyword desiderata e fare spam in pochi blogs era sufficiente...
Google vs. Bing: la guerra dei bottoni

Google vs. Bing: la guerra dei bottoni

BingBook: Bing e Facebook più uniti che mai Microsoft è pronta a ottenere il massimo beneficio dalla sua amichevole relazione con Facebook, di cui è azionista di minoranza, e della lotta aperta tra la il Social Network di Zuckemberg e Google. Due giorni fa, infatti, Bing ha annunciato che il il suo motore di ricerca incorporerà il bottone “Like” nei suoi risultati. In questo modo Bing prenderà in considerazione le raccomandazioni degli amici dell’utente per creare una gerarchia nei risultati di ricerca. Ovvero, se un utente, quando realizza una ricerca in Bing, è connettato a Facebook e, per esempio, cerca un hotel a New York, i risultati di ricerca presenteranno davanti a tutti gli altri quei siti che sono stati raccomandati dai suoi amici su Facebook. In questo modo, dice Microsoft, l’elemento emozionale è introdotto nei risultati di ricerca. Però l’integrazione con Facebook è ancor più profonda. Se un utente cerca una città, Bing gli potrà presentare i link ai suoi amici di Facebook che sono stati nella stessa e, se cerca articoli di una determinata pubblicazione o di un blog che abbiano un bottone Like, Bing potrà proporgli gli articoli votati indipendentemente dal fatto che i suoi amici li abbiano votati o no. Ecco il video in cui Stefan Weitz, direttore di Bing, spiega i dettagli di questa ancora più profonda integrazione tra Bing e Facebook E Google? La risposta di Google, comunque, non tarderà ad arrivare. Durante il passato I/O della scorsa settimana, infatti, Google ha annunciato che presto sarà possibile inserire il bottone +1 in ogni sito. Il webmaster che lo implementerà nella sua web potrà...
Il mondo felice di Facebook secondo Facebook

Il mondo felice di Facebook secondo Facebook

Facebook si fa bella Mark Zuckerberg ha deciso di aprire le porte di Facebook. La fortunata è stata MTV, che ha potuto entrare nelle officine della compagnia a Palo Alto e parlare con il suo fondatore e altri lavoratori. Credi di conoscere Facebook? Non ne hai la minima idea Così recita la frase iniziale di questo ‘Diario di Facebook’ realizzato da MTV. Non è un caso che proprio adesso la stampa abbia più accesso che mai a Facebook, o che questa sia così amica di Obama. Non è perché Facebook stia cercando di cambiare la sua immagine d’impresa di ventenni, di programmatori nerds che hanno nelle loro mani i dati personali, privati e di navigazione di centinaia di milioni di utenti. Adesso vuole dare l’immagine di un’impresa solida, responsabile e visionaria nonostante la sua gioventù, e per questo ha dato inizio sia a un grande campagna di marketing sia di relazioni pubbliche con lobby, comprese le potenti lobbies di Washington. Questo è il Facebook che vuole Sheryl Sandberg; ed è quello di cui la compagnia di Zuckerberg ha bisogno per ampliare il suo business ed evitare quanto più possibile problemi legali, freni politici e domande incomode. Ok, una volta spiegato il contesto, ecco qui le quattro parti del piccolo documentario sulla rete sociale più importante del mondo: Parte 1 – Meet The Faces Behind Facebook, ovvero le facce pulite che lavorano in Facebook e l’ambiente rilassato che impera nella compagnia: Parte 2 – Let The Hack-A-Thon Begin!, ovvero: siamo più furbi e freaks che nessun altro e ce ne vantiamo: Parte 3 – Facebook Brings People Together, ovvero: ci amiamo,...
Creato l’algoritmo che rileva i plagi nelle traduzioni

Creato l’algoritmo che rileva i plagi nelle traduzioni

Nella Società dell’informazione in cui noi viviamo, è molto facile perdere l’origine iniziale di un’idea, di un testo o di un saggio. Per migliorare la qualità dell’informazione che proporzionano i motori di ricerca, esperti del Laboratoria di Ingegneria del Linguaggio Naturale (Lab NLE), integrato nel Gruppo di Ingegneria del Linguaggio Naturale e Riconoscimento delle Forme (ELiRF) dell’Universitat Politècnica di Valencia hanno sviluppato un nuovo metodo per il rilevamento dei testi plagiati e, in concreto, del plagio basato su traduzioni di testi originali, all’interno del progetto Text-Enterprise 2.0, finanziato dal Ministero de Ciencia e Innovación spagnolo. I risultati del lavoro si pubblicarono il passato mese di Febbraio nella rivista Languages Resources and Evaluation Journal e così lo descrive Paolo Rosso, investigatore del Lab NLE e padre del progetto d’investigazione insieme al dottorando Alberto Barrón: Nei nostri giorni, il problema del plagio, in particolare di testi scritti, è aumentato grazie al facile accesso a grandi fonti d’informazione attraverso Internet. Sfortunatamente, il suo rilevamento è praticamente impossibile di forma manuale. Perciò è importante sviluppare meccanismi automatici che permettano realizzare il lavoro di scoperta del plagio e così combattere questo fenomeno. Il gruppo di ricercatori lavori con un corpus di Trattati dell’Unione Europea, praticamente in tutte le lingue più utilizzate. Dall’inglese allo spagnolo, dall’inglese al tedesco, italiano, francese… ma, ovviamente, non il cinese. Si tratta di un algoritmo che apprende come tradurre da una lingua a un’altra. Non ci troviamo, quindi di fronte a un programma che dipende dal lavoro previo di un traduttore, ma che apprende dalle possibili traduzioni che gli vengono sottoposte. Se già è complesso rilevare un plagio quando la...