Panda Update di Google. Che cosa fare

Panda Update di Google. Che cosa fare

Questo post è la traduzione dell’articolo Google’s Panda/Farmer Update – What To Do About It di Tom Critchlow che si pubblicò nel blog di Distilled il passato mese di Marzo. Si ha considerato la sua traduzione in seguito al lancio del Panda Update in Italia lo scorso 12 di Agosto. Come tutti sapete nelle passate settimane è stato lanciato un update in grande scala dell’algoritmo di Google. Inizialmente chiamato Farmer update da Danny Sullivan, già sappiamo che il suo vero nome è Panda update. Questo post è nato in risposta dell’ormai famosa intervista di Wired a Amit Singhal e Matt Cutts. Per prima cosa alcuni dati che conosciamo: Un primo update avvenne il 23 Febbraio e solo negli Stati Uniti (Google.com); Un secondo, più lieve, fu realizzato l’1 Marzo per poter correggere il tiro e restituire ad alcuni siti il traffico che Panda gli aveva tolto ingiustamente come vittima collaterale [N.d.R.: in seguito si sono registrati nuovi update di Panda, fino alla versione 2.3]. Per una più completa comprensione, vi consiglio l’attenta lettura di questi due posts fondamentali: Search Engine Land > http://searchengineland.com/google-forecloses-on-content-farms-with-farmer-algorithm-update-66071 Search Engine Land parte 2, che include una lista aggiornata di vincitori e vinti > http://searchengineland.com/more-farmer-update-winners-losers-wikihow-blippr-yahoo-answers-66605 Questo post di SEOmoz, che giustamente identifica come questo update in gran parte non sia relazionato con i links che un sito possiede > http://www.seomoz.org/blog/googles-farmer-update-analysis-of-winners-vs-losers Inoltre (e ne sono orgoglioso) sembra che possa aver predetto quali fossero alcuni dei fattori chiave del Panda Update: […] o alcune teorie rispetto a Panda. Quello che sto per scrivere si basa sull’intuizione e sull’aver osservato un buon numero di siti colpiti e non colpiti...
Panda Update e PandaRank

Panda Update e PandaRank

… ma prometto che cercherò di essere originale. Comunque credo che, dopo cinque mesi di Panda e in presenza della sua versione 2.2 in azione in questi giorni, si possano trarre delle conclusioni. La prima, è che tutti coloro che posseggono un sito in lingua non inglese,e il cui target non è google.com o una versione regionale in inglese di Google, dovremmo essere contenti di vedere così chiaramente come funziona e come i nostri colleghi SEO d’oltreoceano (e d’oltremanica) stanno agendo per risolvere le penalizzazioni subite. La seconda, riflesso scontato ma evidentemente non così ovvio della prima, è che se non abbiamo corretto nei nostri siti e in quelli dei nostri clienti quei difetti che da tanto tempo vediamo essere penalizzati, allora dobbiamo farlo adesso e indipendentemente dal fatto che Panda sarà attivo in google.it e per i siti in italiano domani o tra tre mesi. Terza considerazione, che Panda non è un update, ma un’insieme di fattori di ranking. La distinzione la fa, ottimamente, Danny Sullivan in questo post pubblicato oggi su Search Engine Land. La distinzione è da fare, perché la parola “Update” è ambigua. Infatti, essa normalmente fa riferimento alla messa in produzione e al lancio di un’attualizzazione dell’algoritmo stesso di Google, algoritmo che regola la gestione dell’indicizzazione delle pagine web ogni volta che queste sono scoperte dai crawlers ed entrano a far parte dell’indice di Google. Updates furono Florida nel 2003, Vince nel 2009 e l’anno scorso il Mayday. Gli updates, quindi, sono attivi sempre e sempre intervengono nell’indicizzazione di una pagina. Panda, invece, no. Panda è un algoritmo di ranking, come lo è il...
Google vs. Bing: la guerra dei bottoni

Google vs. Bing: la guerra dei bottoni

BingBook: Bing e Facebook più uniti che mai Microsoft è pronta a ottenere il massimo beneficio dalla sua amichevole relazione con Facebook, di cui è azionista di minoranza, e della lotta aperta tra la il Social Network di Zuckemberg e Google. Due giorni fa, infatti, Bing ha annunciato che il il suo motore di ricerca incorporerà il bottone “Like” nei suoi risultati. In questo modo Bing prenderà in considerazione le raccomandazioni degli amici dell’utente per creare una gerarchia nei risultati di ricerca. Ovvero, se un utente, quando realizza una ricerca in Bing, è connettato a Facebook e, per esempio, cerca un hotel a New York, i risultati di ricerca presenteranno davanti a tutti gli altri quei siti che sono stati raccomandati dai suoi amici su Facebook. In questo modo, dice Microsoft, l’elemento emozionale è introdotto nei risultati di ricerca. Però l’integrazione con Facebook è ancor più profonda. Se un utente cerca una città, Bing gli potrà presentare i link ai suoi amici di Facebook che sono stati nella stessa e, se cerca articoli di una determinata pubblicazione o di un blog che abbiano un bottone Like, Bing potrà proporgli gli articoli votati indipendentemente dal fatto che i suoi amici li abbiano votati o no. Ecco il video in cui Stefan Weitz, direttore di Bing, spiega i dettagli di questa ancora più profonda integrazione tra Bing e Facebook E Google? La risposta di Google, comunque, non tarderà ad arrivare. Durante il passato I/O della scorsa settimana, infatti, Google ha annunciato che presto sarà possibile inserire il bottone +1 in ogni sito. Il webmaster che lo implementerà nella sua web potrà...
Creato l’algoritmo che rileva i plagi nelle traduzioni

Creato l’algoritmo che rileva i plagi nelle traduzioni

Nella Società dell’informazione in cui noi viviamo, è molto facile perdere l’origine iniziale di un’idea, di un testo o di un saggio. Per migliorare la qualità dell’informazione che proporzionano i motori di ricerca, esperti del Laboratoria di Ingegneria del Linguaggio Naturale (Lab NLE), integrato nel Gruppo di Ingegneria del Linguaggio Naturale e Riconoscimento delle Forme (ELiRF) dell’Universitat Politècnica di Valencia hanno sviluppato un nuovo metodo per il rilevamento dei testi plagiati e, in concreto, del plagio basato su traduzioni di testi originali, all’interno del progetto Text-Enterprise 2.0, finanziato dal Ministero de Ciencia e Innovación spagnolo. I risultati del lavoro si pubblicarono il passato mese di Febbraio nella rivista Languages Resources and Evaluation Journal e così lo descrive Paolo Rosso, investigatore del Lab NLE e padre del progetto d’investigazione insieme al dottorando Alberto Barrón: Nei nostri giorni, il problema del plagio, in particolare di testi scritti, è aumentato grazie al facile accesso a grandi fonti d’informazione attraverso Internet. Sfortunatamente, il suo rilevamento è praticamente impossibile di forma manuale. Perciò è importante sviluppare meccanismi automatici che permettano realizzare il lavoro di scoperta del plagio e così combattere questo fenomeno. Il gruppo di ricercatori lavori con un corpus di Trattati dell’Unione Europea, praticamente in tutte le lingue più utilizzate. Dall’inglese allo spagnolo, dall’inglese al tedesco, italiano, francese… ma, ovviamente, non il cinese. Si tratta di un algoritmo che apprende come tradurre da una lingua a un’altra. Non ci troviamo, quindi di fronte a un programma che dipende dal lavoro previo di un traduttore, ma che apprende dalle possibili traduzioni che gli vengono sottoposte. Se già è complesso rilevare un plagio quando la...